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Published on 11 Aprile, 2014 | by Sara L. Canu

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Codonesu: “I cittadini hanno bocciato il mio lavoro”

Un pomeriggio intenso come era prevedibile. Circa un’ora di consiglio comunale straordinario in cui il sindaco, Fernando Codonesu, ha elencato i motivi che l’hanno spinto a dimettersi dal suo incarico.

Tanta gente è accorsa nella sala polifunzionale, ancor prima che arrivassero il sindaco e tutti i consiglieri.

Prende subito parola Fernando Codonesu: “Ho convocato questo consiglio per spiegare le mie motivazioni. Voglio dire a tutti che le dimissioni di un sindaco non sono un fatto di ordinaria amministrazione”, ricordando, diverse volte per la durata del consiglio, dei venti giorni di tempo previsti per confermare o ritirare le dimissioni.

Dopodiché comincia ad elencare le motivazioni e gli argomenti da lui trattati in questi anni. Come la questione sempre molto calda del poligono di Quirra. “Su questo ho caratterizzato il mio impegno politico, sono stato nella Commissione tecnica che ha analizzato i risultati dell’indagine ambientale e forte da questa esperienza ero certo che l’unica soluzione possibile fosse la riqualificazione. Tante attività erano già state dislocate altrove, una dismissione era già in atto”.

E continua, puntando il dito contro chi ha sempre visto nella sua attività un bastone tra le ruote per il poligono: “Ci sono state un sacco di maldicenze e di calunnie. Questa strada non è stata capita. Si parla di una mia posizione irremovibile sulla chiusura. Si parla di una mia posizione per ostacolarne le attività, ma vi garantisco che nessuno ha mai chiesto il parere del sindaco sulla costruzione dei carrelli per gli F35, per esempio”

Si sofferma anche su ciò che è stato fatto in questi 22 mesi di amministrazione. Lo sviluppo del concetto di democrazia partecipativa attraverso la formazione dei comitati di quartiere. Parla dell’ottimo lavoro svolto per ciò che riguarda il porto di Villaputzu, dove racconta: “Abbiamo perso un cliente, un certo Roberto Maroni che se n’è andato dopo aver saldato i conti”. E sul piano urbanistico comunale: “Solo 8 paesi in tutta la Sardegna hanno concluso l’iter di natura tecnica. Non abbiamo toccato nulla dei lavori della precedente amministrazione perché non sono d’accordo sul fatto che una nuova amministrazione debba eliminare quanto fatto di buono precedentemente.”

Procede con un altro argomento caldo che da sempre interessa la popolazione: “Non ho mai fatto favoritismi, non ho mai fatto clientelismo e non ho mai detto che avrei creato dei posti di lavoro. Spesso si pensa che il comune sia una banca con l’obbligo di finanziare sussidi e procurare lavori. Ho spiegato a tutti cosa può fare il comune. I diritti sono diritti e vanno rispettati, ma i favori sono tutta un’altra cosa”

Infine arriva a quello che sembra a tutti la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “Non ho tessere di partito, sono al servizio di questa comunità e ho fatto le mie valutazioni indipendentemente da ideali di partito e solo sulla base del gradimento. Ma il 17 febbraio 2014 è accaduta una cosa che mai è successa prima. Due anni fa ho preso 1610 voti. A febbraio poco più di 400. Significa che ho ricevuto l’8,5% dei voti e significa soprattutto una totale delegittimazione del mio lavoro. Ciò fa venire meno le mie capacità di interlocuzione. Non è stata capita l’importanza di questa opportunità perché per risolvere i problemi di Villaputzu non bisogna rinchiudersi entro i confini del ponte di ferro, ma bisogna arrivare a volte a Cagliari, altre a Roma e addirittura a Bruxelles. La stragrande maggioranza ha detto no a tutto quello che ho fatto e io ho grande rispetto della democrazia, per questo le mie dimissioni sono un atto dovuto”

Prima di leggere la sua lettera di dimissioni, molto dura anche verso una parte della sua stessa maggioranza colpevole di non averlo appoggiato, ricorda che con l’ipotetico arrivo di un commissario prefettizio non ci sarà più spazio per la politica, ma si parlerà solo di bilancio.

Prende parola la vicesindaco Valeria Utzeri, visibilmente tesa, che chiede al sindaco di ascoltare quanto ha da dire. “A giudicare dal discorso sembrerebbe che sia possibile l’ipotesi di un ripensamento. Come gruppo non vogliamo assolutamente la responsabilità di far venire qui il commissario. Chiedo che al termine dei 20 giorni venga convocato un altro consiglio comunale”. Il sindaco dimissionario, dopo aver ascoltato, saluta tutti e va via.

Gran parte della popolazione sperava nella possibilità di un dibattito, avvenuto in parte tra i cittadini nel cortile della sala. Parte dei presenti felici delle dimissioni. La maggior parte no. Come già avvenuto ieri sui social network, parte nuovamente una forte autocritica alla popolazione. “Dov’erano oggi i difensori a spada tratta del poligono di Quirra? E perché non si sono presentate neanche tutte quelle persone ogni giorno in fila a chiedere il sussidio?” si domanda un cittadino.

Anche tra gli assessori rimasti fino all’ultimo, l’incertezza è tangibile. “Non so davvero cosa pensare” il commento di Alessandro Sciò, assessore al commercio e attività produttive.

Assieme a lui, tutta Villaputzu condivide la stessa sensazione.

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