Fallo Laterale

Published on 11 Novembre, 2014 | by Zio Corraz

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San Vito, sempre più grave il ragazzo che comunica solo con le emoticon

:-), 🙁 😀 ^^ ^-^<(“) ecc. ecc. No tranquilli, non è un errore tecnico del nostro grafico, nè tantomeno un virus che ha aggredito il vostro sistema operativo.

Si tratta semplicemente di alcuni codici che, una volta pigiato il tasto di Invio, faranno apparire sui vostri pc, smartphone ecc. una sorta di pallina da tennis con le più strambe espressioni immaginabili.

Il tutto a corredo dei vostri più svariati commenti sui social network tipo Facebook e affini.

Fatta questa doverosa premessa, torniamo ora alla cronaca. Ha solo 15 anni *[* (pubblichiamo solo le iniziali per motivi di privacy, ndr) lo sventurato ragazzo (nella foto di Danila Zedda) che da tanto, troppo tempo ha rimosso completamente l’uso della parola. Non parla e non scrive più da tre anni. Pochi giorni fa si è arreso addirittura il miglior logopedista sardo, Efisio Acchìcchia, che cercando di recuperarlo è diventato muto pure lui.

Tutto ebbe inizio nell’inverno del 2011, quando l’allora dodicenne *[* postò su Facebook un selfie che lo ritraeva in compagnia del suo criceto, scattato mentre fissava con aria assente il suo nuovo tablet. Risultato: la miseria di 4 “mi piace”, di cui uno della mamma ed uno dello stesso criceto (il cui profilo era ovviamente gestito dallo stesso ragazzo).

Un duro colpo, forse troppo, per essere assorbito senza gravi contraccolpi psicologici e morali. Lui comunque non si arrese, almeno non subito. Tant’è che ci riprovò neanche un’ora dopo, postando il classico ed infallibile “se mi metti “mi piace” ti dico quanto sei patata da 1 a 10″. Qui si arrese anche la mamma, ma non ancora il criceto.

Ennesimo fiasco, e con esso le prime pericolose crepe al fragile equilibrio del suo piccolo universo virtuale. Giocò così la sua ultima disperata carta: un bel primo piano assieme al suo fedele micione, un ridondante gatto siamese peso forma 5 kg. Purtroppo per lui, qui si arrese anche il criceto. Risultato: 0 “mi piace”. Dramma totale. Il passo verso la più profonda depressione fu breve e senza ritorno.

Non pubblicò mai più nè foto nè commenti, solo una interminabile sfilza dei più svariati emoticons. Rivela la mamma: “lo chiamavo per mangiare ma lui non usciva dalla sua cameretta neanche a cric. Alla fine ero costretta a mandargli un messaggio, ma lui rispondeva sempre con quel dannato faccino verde che svomita dappertutto!!!…”.

Non solo vomitini, ma anche scimmiette scodinzolanti, cani che si spulciano senza sosta, gattini che schizzano sul pianoforte, pollici all’ingiù, dita medie all’insù, e anche nei compiti scolastici le cose non è che andassero poi tanto meglio. Sempre e solo fogli imbrattati da quelli che agli occhi dei professori apparivano nient’altro che incomprensibili geroglifici. Che poi infatti era proprio così…

L’ultima speranza per il giovane è affidata ora ad una terapia rivoluzionaria che si rifà ad antiche pratiche usate sin dalla notte dei tempi: uscire di casa, prendere una boccata d’aria, riprendere a scambiare due parole, magari ripartendo gradatamente dall’uso delle semplici vocali, per arrivare -chissà, non mettiamo limiti alla Scienza- addirittura all’uso di una frase articolata.

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